Il Mediterraneo è un mare complesso per la navigazione a vela: lunghe bonacce si alternano a venti forti, in maniera quasi inconsulta. In poche ore, l’acqua spesso immobile e immune persino alle maree, puó imbizzarrirsi in onde corte e rompenti. Il diporto nautico è praticato quasi esclusivamente d’estate, quando le temperature sono gradevoli e le giornate lunghe e serene. D’inverno, invece, solo i velisti piú accaniti affrontano un Mediterraneo piú nervoso, se non addirittura antipatico.
Culla di alcune tra le più antiche civiltà del Pianeta, nonché teatro principale della storia e della cultura occidentale, il Mediterraneo è sempre stato, e rimane ancor oggi, un mare di contrasti anche a livello umano.
Vide la nascita e lo sviluppo dell’arte della navigazione e del commercio marittimo, e, contemporaneamente, della pirateria e delle battaglie navali.
Poi vide la nascita della organizzazione democratica, la cui patria, che nell’antichitá diede alla luce il primo sistema di democrazia diretta, al giorno d’oggi è invece vittima della moderna e sofisticata dittatura dei mercati finanziari.
Il Mediterraneo e il mar Rosso, inoltre, videro nascere e diffondersi le principali religioni monoteiste, e le sanguinose conseguenze del loro antagonismo: per sei secoli prigionieri cristiani remarono nelle galere musulmane, mentre prigionieri musulmani remavano nelle galere cristiane. Nell’attualitá, nonostante sia ormai universalmente riconosciuto che l’unica vera divinitá è il denaro, lo storico braccio di ferro tra il cristianesimo e l’islamismo continua su scala planetaria.
Ma ormai i contrasti piú incadescenti che hanno luogo nelle acque mediterranee sono quelli economici: da una parte i mega-yacht privati sempre piú grandi e numerosi, simbolo dell’opulenza dell’oligarchia plutocratica globale; le navi da crocera, le famose cittá balneari della Costa Azzurra, o le localitá esclusive come Taormina o Formentera. Dall’altra le migliaia di migranti, profughi e rifugiati politici che periscono ogni anno nel tentativo di attraversare un Mediterraneo trasformato in frontiera liquida a protezione della fortezza europea.
Dal 1988 al 2007 i migranti annegati sono stati almeno 8.165, ma la cifra cresce di anno in anno (Boat For People parla di 1.500 solo nel 2011, e denuncia la Frontex e altri organismi della UE per ripetute omissioni di soccorso).
Persino la pirateria non è piú appannaggio di corsari e uscocchi, ma è ormai perpetrata direttamente dalla marina militare: per esempio il 31 maggio 2010 le forze navali israeliane si sono impossessate, in acque internazionali, di 6 navi cariche di aiuti umanitari diretti a Gaza, assasinando impunemente 9 attivisti a bordo della Mavi Marmara e ferendone una sessantina.
Il Mediterraneo fu il cuore pulsante del mondo antico, l’universo dell’Odissea. Ma negli ultimi cinque secoli perse poco per volta ogni connotazione epica, surclassato dagli immensi oceani, dalle gesta dei circumnavigatori, dai pirati dei Caraibi e dal disastro del Titanic, che sono i miti dell’immaginario collettivo moderno. Ora come ora, di fronte alla grandiositá di un Titanic, al Mediterraneo non rimane che rispondere goffamente con un Costa Concordia, sostituendo alla tragedia greca il teatro da operetta.
Una volta terminati i lavori, L’Alliance sará ribattezzata dalle contraddittorie acque del Mediterraneo, ed è da qui che inizieremo il nostro viaggio. Da queste acque sempre piú inquinate, sempre piú calde e sempre piú salate, che assistono impotenti all’estinzione delle tartarughe di mare e della foca monaca.
Il Mediterraneo vedrá quindi la nascita del nostro piccolo progetto, e ci partorirá dall’utero di Gibilterra per lasciarci inseguire il nostro sogno di nomadismo nautico.
E forse un giorno saremo di ritorno, magari reduci da un’intera circumnavigazione. Rientreremo, le vele stanche, a ritrovare queste acque protette, che non conoscono le monumentali onde delle alte latitudini, e nelle quali non si puó nemmeno surfare. E che nel frattempo, purtroppo, avranno visto estinguere anche il tonno rosso, il delfino comune, la balenottera, il capodoglio e il pesce spada.
Metello
NOTE:
I dati di questo post sono basati su articoli di wikipedia, principalmente alla voce “Mediterraneo”.
Foto REUTERS 09/12/2013.
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Avvelenare il Mediterraneo? Yes, you can! | L'Alliance
January 27, 2014 at 6:55 pm (UTC 0) Link to this comment
[…] I popoli del Mediterraneo, in primis quello italiano (se ancora si può definire tale) hanno il diritto e il dovere di impedire al governo terroristico degli Stati Uniti d’America di portare a compimento questo crimine contro l’umanità, altrimenti sarà la morte certa per il Mare Nostrum. […]